Descrizione
Susanna è una donna, una figlia, una compagna, un’amante. Ha un lavoro che l’appassiona, un’allegria specialissima, il talento di scoprire sorprese in ogni dove. Come ciascuno di noi, “non è” un’infinità di cose, e naturalmente è tutte le altre. Eppure nella sua vita c’è uno spartiacque invalicabile: è una non mamma, appunto. Perché essere o non essere madri, che sia per scelta o per caso, per desiderio o per impossibilità, nel nostro mondo definisce le donne come persone. Questo libro sottile e profondo, malinconico e vitale, racconta – in una parola – la libertà. Che non è certo una cosa semplice. La donna che dice «io» in queste pagine è libera di gestire il proprio tempo, racchiuso in un perimetro del tutto personale. Libera di investire su se stessa, di divertirsi e immalinconirsi, di fare programmi e poi cambiarli. Libera di sentirsi sola, di osservare a fondo, di interrogarsi, di comporre. Allora sale a bordo del suo motorino e si muove per le strade di Roma, catturando epifanie, accensioni improvvise, piccoli momenti luminosi. Come gli scatti fotografici che si fanno d’istinto con il cellulare, quando una cosa ci colpisce così tanto da volerla avere sempre in tasca. Ed è proprio questa libertà che in punta di penna si fa poesia, permettendo alle parole di adagiarsi lievi ma mai spensierate sulle cose. Susanna Tartaro ci mostra la bellezza e la meraviglia di accogliere la vita, scrivendo prima di tutto con gli occhi. Perché, in fondo, si può essere genitori in tanti modi: a volte basta solo guardarsi intorno. La non mamma ha un “non” davanti, che sta acceso come un faro. Ci sarà sempre qualcuno che le dice: «Tu non puoi capire». Ma quante cose vedono i suoi occhi liberi e leggeri mentre attraversa Roma in motorino, coi capelli al vento e il dono raro di trasformare ogni angolo di strada, ogni faccia in poesia. Susanna Tartaro ha scritto un libro spiazzante, irregolare, capace di annotare il mondo per folgorazioni. «Amo i barattoli da impilare, la luce del frigo, il gorgoglio della lavastoviglie. E i libri, i piatti, le borse e i golf, le matite e gli asciugamani sono amici miei. Il mio disordine inizia dalla sedia appena entro in casa, fa il giro delle stanze, poi torna e si accuccia come un cane fedele».