Descrizione
«Passo con delicatezza i polpastrelli sul viso per controllare che sia asciutto. Mi guardo ancora nello specchio e lentamente sfugge dalle labbra una domanda, quasi un sussurro: “E se fosse troppo tardi per avere un figlio, se non fossi destinata a essere madre?”» Come accade oggi a molte donne, con l’avanzare dell’età Laura si è ritrovata preda di domande sempre più insistenti: voglio diventare madre? Posso permettermi di rimandare e dare precedenza alla carriera? Fino a quando potrò aspettare? La risposta l’ha trovata nel social freezing, una tecnica di cui si parla e parlerà sempre di più, che permette alle donne di «mettere in pausa» l’orologio biologico e abbracciare una possibile maternità quando davvero si sentiranno pronte, senza imposizioni né ansia del tempo che passa. Tuttavia, per Laura non è stato, e non è, tutto semplice: il congelamento degli ovuli è una pratica ancora poco comune, e reperire informazioni accurate è più complesso di quanto si possa pensare. Questo può portare molte donne a rinunciare o a sentirsi in colpa, in una società che, piuttosto che agevolarle, storce il naso di fronte a chi opta per una strada diversa da quella che è sempre stata considerata «giusta» o «normale». È per questo che Laura ha deciso di raccontare il suo percorso, a volte complicato e doloroso, ma lungo il quale ha trovato anche tanta solidarietà. In questo libro sincero e delicato, riflette sul tema della maternità in un mondo in cui, purtroppo, per una donna avere un figlio significa spesso dover mettere da parte ciò che ha costruito con fatica. Attraverso la propria esperienza, l’autrice vuole fornire una bussola per orientarsi, condividendo informazioni utili e tentando di abbattere i muri e i pregiudizi che lei ha trovato sul suo cammino, normalizzando il parlare di fertilità. Perché ogni viaggio verso la maternità è unico e valido. Ogni donna può rivendicare il suo momento giusto.