Descrizione
Marino Giacometti fin dall’infanzia ha vissuto la vita più intima della montagna. Per lui era cosa normale andare a scuola a piedi, fare il fieno, accompagnare al pascolo le mucche, frequentare gli alpeggi. Correre in montagna era vita quotidiana, una appendice a quella alpina; di corsa in corsa, sentendo il piacere di muoversi in ambienti incontaminati, di percepire la natura sotto i piedi. E così, tra una spedizione alpinistica e l’altra, Giacometti ha imparato ad apprezzare anche le attività agonistiche, e soprattutto le maratone in alta quota. L’incrocio tra le sue grandi passioni ha fatto sì che quello che lui stesso ha chiamato “skyrunning” divenisse realtà, e dagli anni ’90 una vera e propria disciplina sportiva. Marino Giacometti, insomma, di cime, in vita sua, ne ha raggiunte molte, e in questo libro ricorre all’Everest come obiettivo simbolico, uno stimolo a dare il meglio di noi, nella vita quotidiana o sportiva, in base alle nostre aspirazioni e capacità. Perché gli unici limiti sono quelli che ci poniamo noi stessi, ed è bello superarli e nel farlo imparare anche a essere grati delle fatiche. A ognuno il suo Everest, mischiando l’appassionante vissuto biografico dell’autore, consigli motivazionali e buone pratiche, spinge ogni lettore, anche il meno determinato, a scendere dal divano per individuare le proprie potenzialità e arrivare più in alto, un gradino alla volta, anche fino agli 8848 metri dell’Everest. Un libro che è un metodo contro ogni rimpianto e una celebrazione dei tanti attimi appaganti dell’esistenza, ma anche delle fatiche e degli inciampi. È un po’ la storia dell’eterna lotta tra la montagna e la vita, con lo sguardo sempre rivolto alla prossima vetta da raggiungere, un chiodo fisso per il padre dello skyrunning, per il quale la corsa verso l’alto è sempre stata una necessità.