Descrizione
Siamo abituati a pensare agli scienziati come esempi di rigore e serietà: studiosi integerrimi dediti alla ricerca e lontani dai vizi. Eppure, la storia dimostra che anche loro hanno avuto avventure lisergiche, piuttosto lontane dai concetti di perfezione e integrità morale. Alessandro Paolucci, in un libro divertente e godibile ma allo stesso tempo molto accurato, com’è nel suo stile, ha cercato i ?difettosi?, i vanitosi, gli arroganti, i brillanti tossici della scienza, quelli che mentre facevano del loro meglio e del loro peggio, e mentre i loro contemporanei si scandalizzavano, hanno prodotto dei risultati destinati a cambiare le sorti dell’umanità. Le intuizioni e le scoperte di questi grandi scienziati, tutt’altro che persone impeccabili ed esclusivamente razionali – da Avicenna a Edison, da Paracelso a Oliver Sacks, da Richard Feynman ad Albert Hofmann e molti altri – non sono meno nobili o meno importanti: sono la testimonianza di menti eccelse che forse, proprio in base alle sostanze assunte e alla capacità di cedere alle loro ?debolezze?, sono state in grado di determinare una svolta nel progresso scientifico.