Descrizione
In un’alba livida e fredda del gennaio ’79, sulle alture della Genova popolare, due colpi di pistola sparati a bruciapelo uccidevano l’operaio comunista Guido Rossa. Lo uccidevano al buio, nell’ora in cui gli operai vanno a lavorare. E cosí quell’alba era anche un tramonto. Annunciava la sconfitta politica delle Brigate rosse, segnava la fine della loro illusione di conquistare il favore delle classi lavoratrici. Ma la vita del «compagno Rossa», campione d’arrampicata dalle Alpi all’Himalaya, paracadutista, fotografo, non si esaurisce nella sua morte. Né si limita a riflettere la morte di un’utopia operaista respinta dal movimento operaio. Grazie allo scavo archivistico di Sergio Luzzatto – e grazie al suo talento narrativo – la storia di un «fresatore meraviglioso» diventa qui il ritratto, sorprendente ed esemplare, di un italiano nel dopoguerra. La parabola di un alpinista sceso giú in mezzo agli uomini per cercare insieme a loro la strada della liberazione.